L’Eritrea continua a rappresentare un elemento di forte preoccupazione per la comunità internazionale, in virtù dei rischi di destabilizzazione regionale derivanti dalla possibile ripresa delle ostilità con l’acerrimo nemico etiope.
Asmara è stata per molto tempo sotto i riflettori per una serie di questioni irrisolte con alcuni paesi confinanti, in particolare il Gibuti, la Somalia e la stessa Etiopia. Tali questioni suscitano apprensione non solo per i precedenti eritrei in termini di ricorso alla forza militare come mezzo di soluzione delle controversie, ma anche per gli importanti interessi geopolitici di alcune potenze occidentali nella regione. La ben nota realtà politico-economica dei paesi del Corno d’Africa ha richiamato l’attenzione del mondo e l’ONU è a più riprese intervenuta nel tentativo di arginare i gravi rischi alla stabilità regionale. In molti casi Asmara è stata chiamata in causa per aver giocato un ruolo non trascurabile nelle vicende interne di alcuni Stati. In particolare, il governo eritreo è accusato di aver appoggiato i gruppi fondamentalisti che lottano contro il governo transitorio somalo e, secondo Addis Abeba, di intrattenere rapporti con gruppi ribelli della regione etiope dell’Ogaden.
Le gravissime violazioni dei diritti umani perpetrate nel paese, come la detenzione “incommunicando” di moltissimi oppositori, giornalisti e perfino ex alleati di Afewerki hanno suscitato grande indignazione. Gli abusi continuano ad essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale nell’assoluta indifferenza delle autorità eritree. Questo e altri motivi contribuiscono all’isolamento crescente di Asmara a livello sia regionale, sia internazionale.
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